giovedì 9 gennaio 2014

Testimonianza: fumare le canne per anni, nell’Italia in cui è proibito. REPRISE, DA LEGGERE!!!!!!!!!!

Nota: Mi è scappato questo articolo il 6 Gennaio , ma lo dovevo ritoccare, perciò, leggete bene quello che segue!
 Io NON condivido questa testimonianza, proprio per niente, a partire dal costo: Uguale ad un pacchetto di sigarette al giorno, anche molto meno se fai buona scorta. Poi vogliamo dire che TUTTI iniziano da una canna per poi finire al buco? Stronzate! Avremo tutta l'Olanda, la Spagna ed i paesi del nord Africa che si dovrebbero bucare allora. E tutti quelli che ho conosciuto che a cinquant'anni fumano ancora ma mai hanno toccato le polverine? C'è pieno, basta cercarli e conoscerli: 30 mila morti all'anno li fa il vostro preferito e consumato alcol, ed è libero, e poi per una canna d'erba non ho mai visto morire nessuno, anzi. I collassi? D'estate, quando già fa caldo e quindi la pressione arteriosa è bassa, possono anche capitare, ma da qui a dire che è la norma ... che poi bastavano due schiaffi ben assestati e una bottiglia di acqua fredda sulla testa e faccia. Non sto istigando all'utilizzo, voglio solo ribadire: Vuoi un mondo libero? Bene, esci dalla gabbia che hai nel cervello prima.

Sulla cannabis non basta un documentario come questo di luogocomune.net
Ora lo straziante racconto di un ex fumatore ... ah, lo sapete che in Italia ben tre regioni, Liguria, Veneto e Toscana la vendono in farmacia? 
https://www.facebook.com/enrico.bottaccio, vedete qui allora. 
E lo sapete che, in Colorado mi pare, è già venduta come utilizzo ricreativo? 
E l'altro paese, l'Ecuador mi pare, altro esempio di civiltà, dove il presidente vive con 800 dollari di stipendio dove da poco, anche li, è stata tolta dalle mani della criminalità, in Sud America?
IL PROIBIZIONISMO DOPO OLTRE MEZZO SECOLO HA DIMOSTRATO CHIARAMENTE DI ESSERE UN GRANDE FALLIMENTO, SOLO L'INFORMAZIONE E' UN'OTTIMA PREVENZIONE!
PS: Tutti i principi attivi che sniffate, bevete e mangiate ogni giorno ... avete idea di quanti e quali siano, almeno, e di che effetto abbiano sul vostro corpo e sulla vostra mente?!! :-))
RIFLETTETE ...

Premessa: i nomi usati potrebbero essere fittizi. Invece la storia è vera, ed è questo che conta. Chi scrive in prima persona potrei essere io. Ma anche no.
Quando ero un ragazzino non avevo internet e non avrei potuto leggere una testimonianza come la seguente. Però, forse, mi sarebbe piaciuto leggerla e, dato che tra i nostri lettori ci sono anche dei ragazzini, mi appresto a scriverla.
Non ho mai capito molto di musica, neanche da adolescente. Ma se non hai un gruppo preferito, hai più difficoltà ad essere accettato dagli amichetti che parlano spesso di musica. Così scelsi il mio. Non lo scelsi a caso: ero attratto dai testi e i testi meno ridondanti sono, spesso, quelli delle canzoni rap. Non riuscivo a distinguere un messaggio positivo da uno negativo così, invece del contenuto, mi basai sulla forma. Gli Articolo 31, in Italia, erano i più simpatici e, all’epoca, i più conosciuti. Li ascoltavo così spesso che conoscevo i testi a memoria.


Potevo avere poco più di 10 anni quando mio cugino, più grande di me, mi chiese, con aria superiore: ma lo sai a chi è dedicata la canzone “Ohi Maria”?

Ricordo bene quel momento. Pensai: che domanda scema! Ma se è così scema, perché me lo chiede? Risposi titubante: a Maria?


Quando mi svelò il vero senso della canzone, ci rimasi male. Da una parte mi sentivo ingenuo per non aver mai sospettato nulla, dall’altra ero confuso.

La società mi aveva fatto credere che le canne erano una droga e che la droga è sbagliata. E improvvisamente mi ritrovavo a cantare un inno alla droga composto dal mio gruppo preferito, cantato da quello che già era diventato uno dei miei idoli: J Ax.



Ora che ne conoscevo il vero significato, la canzone mi piaceva ancora di più. Facevo io il superiore con i miei amici ingenui.

Gradualmente cambiò la concezione che avevo di “droga”. Se J Ax ne parlava così bene, se la canzone la facevano sentire in radio e in TV, non poteva certo avere, su chi ne faceva uso, tutte quelle conseguenze negative che si sentivano in giro dagli adulti perfettini…

Qualcuno mi mentiva. Non avevo la certezza ma cominciavo a credere che la verità fosse quella cantata da J Ax.

Non ricordo la prima volta che fumai una canna. Non ricordo con chi ero e cosa provai. Ricordo che però avevo già iniziato a fumare le sigarette. Probabilmente non mi fece molto effetto, dato che la prima sbronza, quella sì, la ricordo bene.

Eppure continuai a provare e riprovare. Perché? Forse per i soliti banali motivi: il gusto del proibito, il bisogno di sentirsi “grandi”, di sentirsi alternativi e quindi superiori agli altri ragazzi ancora così ingenui…

Dopo un po’ iniziò a piacermi. Finalmente avevo trovato il “giusto” feeling con l’hashish. Fumavo e ridevo, ridevo, ridevo. Pensavo: wow, è troppo figo, io mi farò le canne per tutta la vita.

E infatti passarono degli anni. Mentre all’inizio fumavo qualche sera ogni tanto, piano piano iniziai a fumare tutti i giorni e, se potevo, a qualsiasi orario. Non mi sembrava ci fossero degli aspetti negativi. O meglio, mi autoconvincevo che non fossero poi così negativi… Il primo era l’aspetto economico. Fumare costa. Secondo: il doversi imboscare. Per evitare le forze dell’ordine eravamo costretti a impostare le nostre uscite percorrendo tragitti improbabili. Poi notavo che quando fumavo a casa, non avevo voglia di fare nulla. Potevo anche stare delle ore sul divano a guardare la TV, cosa che da lucido mi risultava impossibile. E, ovviamente, mentivo ai miei genitori.

Infine c’era la dipendenza. Ma non la chiamavo mai così. Nemmeno tra me e me. Fumare mi piaceva e quindi ne avevo voglia, che c’entra la dipendenza? E ritenevo normale passare delle ore, o delle serate intere, a cercare il fumo. Com’era normale mettere da parte dei soldi per comprarlo. Rinunciando alle cose “inutili”. Tipo la colazione a scuola…

Nonostante gli aspetti negativi di cui ero più o meno consapevole, continuavo a fumare felice, e mai mi passava per la testa di smettere.

Ma una sera successe qualcosa di strano. Potevo avere 16 o 17 anni. Frequentavo amici un po’ più grandi di me. Eravamo ad una festa di 18 anni. Avevo bevuto un po’ e avevo fumato. Niente di eccezionale, lo facevo spesso. Però quella sera il mio corpo reagì in modo inaspettato. Un attimo prima ero tranquillo e beato, mi divertivo. L’attimo dopo provai una strana sensazione. Caldo. Troppo caldo. Non riuscivo a respirare bene. Che succede? Avevo bisogno di aria. Mi giro verso Andrea: mi accompagni fuori? Lui vede la mia faccia bianca e subito capisce che qualcosa non va. Arriviamo all’uscita e apro la porta. Sento solo l’aria fredda di una notte invernale. Poi buio.

Fu una fortuna, per dirla in modo pagano, che proprio Andrea mi accompagnò fuori. Era un volontario della Croce Rossa. Quando mi raccontò cos’era successo, lo ringraziai tanto. Mi chiese: hai mai sofferto di epilessia? No, mai, gli risposi. Ed era vero. Forse dovresti farti vedere, mi disse. Tremavo: ma veramente stavo soffocando con la mia lingua? Sì, eri diventato blu. Avevi tutti i muscoli contratti, anche quelli della mascella. Non è stato facile aprirti la bocca. Quando ci sono riuscito ho visto la lingua rovesciata all’indietro e te l’ho ritirata su. E hai ricominciato a respirare.

Mentre mi svegliavo, mi resi conto di avere delle dita in bocca. Pensavo di stare nel mio letto, e che quelle dita fossero le mie. Mi spaventai. Perché mi sto infilando le mani in bocca mentre dormo? Aprii gli occhi. Avevo tanta gente intorno. Riconobbi solo Andrea, che mi urlava. Un altro mi prendeva a schiaffi.

Sapevo che era successo perché avevo bevuto e fumato. Forse una persona mediamente intelligente avrebbe capito che era il caso di smettere. Io non lo capii. Continuai a fumare e a bere. Però qualcosa era cambiato. Non ero più spensierato al 100%. Quando stavo fuori alternavo i classici momenti di grasse risate ai momenti in cui mi tornava in mente quella brutta esperienza.

Intanto il mio rendimento scolastico era precipitato. Dalle elementari fino al secondo superiore ero considerato un secchione. Non fu faticoso levarmi quell’etichetta che poco si addiceva al mio nuovo stile di vita alternativo. Marinavo la scuola, ai compiti e alle interrogazioni ero impreparato, invece di ascoltare le lezioni, facevo il buffone. Mi divertivo o, comunque, credevo di divertirmi.

Arrivò la gita scolastica dell’ultimo anno. Avevamo pranzato e stavamo uscendo dall’hotel per andare a visitare qualcosa che non mi interessava quando sentii delle urla. Professori e studenti si raccolsero in cerchio attorno al soggetto meritevole dell’attenzione. Mi avvicinai. Sentii qualcuno dire: è svenuto. E vidi un ragazzo di un’altra classe steso per terra. Lo guardai bene. Tremava impercettibilmente e aveva gli occhi aperti, rigirati all’insù. Fu qualcosa di automatico. Mi avvicinai e sentii il suo respiro. Che non era un respiro, era un rantolo. Provai ad aprirgli la bocca ma era serrata. Feci forza. Coi denti mi tagliò un dito. Finalmente presi la sua lingua e la tirai su. Nel frattempo urlavo agli altri di aiutarmi. Ma nessuno sapeva come potermi aiutare. Il tutto durò pochi secondi. Il ragazzo riprese coscienza e mi guardò, probabilmente, come io avevo guardato Andrea. Quello sguardo significava: perché mi ficchi le mani in bocca?

Qualcuno mi chiese: hai fatto corsi di primo soccorso? No, rispondevo. Non sapevo cose dire. I prof continuarono a credere che fosse stato un semplice svenimento. Io spiegai la mia versione solo a quel ragazzo. E gli chiesi: ti è mai successo prima? No. Avevi fumato? Sì. Non so se credette al mio racconto o a quello di tutti gli altri.

Conosco persone che fumano da anni e dicono di non aver mai assistito a scene simili. Forse capita raramente. Forse ogni tanto capita e la gente pensa che siano svenimenti. Forse sono io che porto sfiga. Ma negli anni successivi mi ricapitò altre tre volte, con persone diverse. Una volta mentre cercavo di far riprendere una ragazza, vidi i suoi jeans diventare più scuri all’altezza dell’inguine. Si era fatta la pipì addosso. Quella volta pensai: caz*o, mi sta morendo tra le mani. Invece si riprese.

La mia piccola esperienza conta cinque casi (compreso il mio) di ragazzi non epilettici che hanno avuto delle specie di convulsioni dopo aver fumato. Ci ripenso ogni volta che su Facebook vedo un ragazzetto che condivide la foto di Maria con scritto “è naturale, non ha mai ucciso nessuno, ma è illegale”.

Spesso l’hashish e la marijuana vengono mescolati con sostanze chimiche che hanno ben poco di naturale. Ma anche se fosse naturale, che significa? Pure i mortali funghi velenosi sono naturali…

Iniziai a fare considerazioni del genere. Fumavo sempre di meno e quando fumavo non mi facevo più quelle grosse risate. Sentivo una sensazione di ansia. E andavo in paranoia.

Inoltre fumavano tutti. Anche quelli più ingenui avevano iniziato. Una statistica riportata sul Corriere della Sera stabilisce che negli italiani tra i 14 e i 65 anni, il 15% fa uso di cannabis. Secondo me, se la statistica venisse fatta sui cittadini dai 15 ai 25 anni, il risultato sarebbe molto più importante.

Insomma, improvvisamente erano diventati alternativi quei pochi che non fumavano. Ma non tutti se ne accorgevano. Cominciai a credere che la propaganda volesse che i giovani si facessero le canne. E ripensai agli Articolo 31.

Quando sento parlare di legalizzazione mi viene da ridere. Io ero poco più che un bambino quando trovavo il fumo ovunque, quasi ogni volta che volevo. Anche a scuola. Credo che il proibizionismo sia solo una facciata. In realtà è già legale, solo che le forze dell’ordine fanno la parte dei “cattivi”. E ogni tanto qualcuno ci capita, è vero. Ma se non spacci e impari un po’ a muoverti, l’Italia non è tanto diversa dall’Olanda.

Se fosse veramente un reato, perché i Villa Ada Posse possono tranquillamente cantare “Fumo tanta erba” condizionando migliaia di ragazzini? Perché in un programma televisivo come “Amici”, che ha un target molto giovane, i “Soliti idioti” possono interpretare la scena di due scolaretti fattoni? Perché la stampa continua a pubblicare articoli sulle presunte proprietà terapeutiche della cannabis, lasciando passare il messaggio che fumare fa bene? Perché nei tabaccai si possono comprare le cartine lunghe e i trita erba? Perché esistono gli smart shop e altri negozi che vendono bilancini, bong, cilum e narghilè?

Se anche la cannabis avesse proprietà curative su una certa tipologia di malati, questo non significa che fa bene. Usando la stessa logica le persone dovrebbero fumare l’Aulin o l’OKI…

Forse la mia decisione di smettere è arrivata una sera che ero con i miei amici dell’Università. Eravamo tutti fumatissimi e il dialogo era inesistente. Il silenzio era rotto solo dalle risate causate da motivi che definire frivoli è un eufemismo. E quando qualcuno biascicava frasi dall’arbitrario senso compiuto. Quelle situazioni sono tipiche per i fumatori. E fino ad allora, per motivi tutt’altro che logici, mi erano piaciute. Però quella sera guardai la scena dall’esterno. Possibile che dei ragazzi giovani, che hanno ancora un mondo da scoprire, che potrebbero fare di tutto, si accontentassero di passare le serate a sghignazzare quando cade una cicca sui pantaloni del fattone di turno? Era veramente quello ciò che volevo? Tutto lo stile di vita alternativo che tanto mi aveva attratto negli anni precedenti, a cosa si riduceva?

In questa sintesi ho raccolto più momenti negativi che positivi, è vero. Ma anche le note stonate che ho ripercorso, non sono che una piccola percentuale del totale. Il mio intento era quello di mostrare la vita dei fumatori da un punto di vista diverso da quello che ci mostrano i tanti film di Hollywood. Fateci caso: spendono milioni di dollari per realizzare pellicole in cui passa il messaggio che vivere da fattoni sia figo… Perché? Forse Hollywood non è controllato dalla stessa élite che proibisce le droghe “leggere”? E allora qual è la verità? Vogliono proibirci di fumare o vogliono spingerci a farlo?

Uno dei miei romanzi preferiti era “Il mondo nuovo”. Credevo che Aldous Huxley fosse uno dei pochi autori anti sistema. Quando lessi “Le porte della percezione” ne ero ancora convinto. Per chi non lo sapesse Huxley è un autore che viene studiato anche nelle scuole. Il secondo libro che ho citato è la descrizione dei viaggi che l’autore compie dopo aver fatto uso di una droga allucinogena, l’LSD.

Anche per le droghe pesanti vale lo stesso discorso. Ricordo che Trainspotting era un film cult tra i fattoni. La figura del protagonista piaceva a tutti. Nonostante fosse un drogato di eroina.

Grazie a Dio non ho mai fatto uso continuativo di droghe pesanti. Però l’ho provate. La mia piccola esperienza non mi permette di poterne parlare. Ma voglio scrivere l’ultima cosa. Ho conosciuto, nel corso degli anni, decine di persone che fumavano le canne. La maggior parte di loro ha provato, più di una volta, altri tipi di droga. Alcuni non si sono limitati a provarle. Spesso si sente dire che non è vero che tutti quelli che si fanno le canne, finiscono per bucarsi. Confermo. Ma c’è anche un altra verità che non viene ripetuta così tante volte: tutti quelli che finiscono per bucarsi hanno iniziato con le canne. Non ho mai conosciuto nessuno che sia passato alle droghe pesanti senza aver prima fatto la gavetta con quelle leggere.

Nonostante tutto sono felice. Sono felice perché alla fine, a me, è andato tutto bene. A me. Ma se tornassi indietro non lo rifarei. Se tornassi indietro mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse: guarda che il vero alternativo è chi le canne non se le fa. Il vero alternativo è chi cerca una strada diversa da quella che ti propongono i film. Il vero alternativo è quello che se non gli piace la musica, non l’ascolta di continuo perché è di moda. Il vero alternativo non è Huxley, ammanicato con l’UNESCO e la Golden Dawn. I veri alternativi non sono i figli della propaganda, anche se la propaganda la chiamano “fiori”. Il vero alternativo non si fa le canne perché si “sente in una gabbia dentro ‘sta città”, come dicono i Villa Ada Posse. Il vero alternativo è quello che prova a capire prima quale sia la vera gabbia e solo dopo progetta un piano per uscirne.

http://www.losai.eu/

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