venerdì 22 novembre 2013

Io sono ciò che rende possibile la percezione.


Non importa "chi è"...
Se la persona “non sa”, allora... dipende.

È, insomma, il paradosso del colloquio del primo posto di lavoro, quando viene richiesta esperienza ma, evidentemente, in maniera atemporale (fuori dal Tempo).

Questa “dipendenza” è ormai pressoché totale, nelle attuali 3d.

L’informazione è multi livellare e multi livellata, per cui una “verità” è tale ad un livello ma può essere negata ad un altro livello. Il vero ed il falso, dunque, coesistono e la persona è il centro di elaborazione del “sunto”.

L’individuo effettua un’operazione di vera e propria “sintesi”, come un elaboratore elettronico che, guarda casa, nasce proprio dal “modo di essere” umano, in voga nell’attuale paradigma.

Il Gran Verdetto è verace, ma le tue idee sono false, perché tutte le idee lo sono.

Nisargadatta Maharaji

L'errore non diventa verità solo perché si propaga e si moltiplica. E la verità non diventa errore solo perché nessuno la vede.

Gandhi

Questo gioco al rimpiattino tra le polarità, è qualcosa che trova un senso solo attraverso la propria rappresentazione/funzione o… essenza. Se ciò che è “vasto” diventa “dettaglio”, avrà ancora al suo “interno” (rappresentazione) il medesimo significato.
SEGUE

La differenza la fa l’osservatore, mediante la propria ricezione/demodulazione; egli fisserà uno stato dei molti, in funzione di “come è in un dato momento” (livello di Presenza) e non del “vasto che si è fatto dettaglio”.

“Dettaglio” che può essere interpretato come si vuole (riflesso). “Dettaglio” che mantiene in sé il potenziale del “vasto”, ossia, di ciò che rimane “inascoltato sino al Tempo dell’osservatore”.

Se osservi l’uno, perdi l’altro e viceversa.

Questa è la verità che racconta la scienza deviata, fra l’altro. Ma, in SPS, siamo abituati a concepire il Mondo emerso, come una delle infinite combinazioni che, potenzialmente, “albergano sotto ai nostri piedi e/o sopra alle nostre teste”.

Che cosa significa?

Che il termine “falso” è relativo (cambia) ad un punto prospettico ben determinato (sotto onde).
Che il termine “vero” è relativo (è) ad uno stato sempre presente nell’energia (onda massima).




Perché non è biunivoca, in realtà, questa espressione?



Perché c’è una intenzione che percorre la Creazione. E, pur essendo sempre un livello è, tuttavia, il “livello massimo” (diciamo così, per fermare l’elaborazione del loop logico).



Fissato un “massimo”… abbiamo fissato anche l’onda massima. Quel tipo di segnale di “clock”, che regola tutti i sottoinsiemi di Mondi e dimensioni, etc.






Quel segnale è sempre e solo “vero”, anche se corrispondesse al “falso”.






Sarà comunque “vero”, perché corrisponde al tipo di intenzione massima. Il problema del “vero e del falso” è evidentemente relativo alle sfere inferiori. Diversamente, significherebbe che l’onda massima non è “autentica”, ossia, non s'emana da una posizione Centrale, Presente e Sovrana… un qualcosa di relativo alla partenza del segnale/programma/necessità/intenzione “Conosci Te Stesso”...



Mi si perdonerà questa “divagazione” oltre al Filtro di Semplificazione; in questa maniera è oltremodo chiara, quale sia la sua preziosa funzione:


difendere l’integrità del complesso relativo al livello umano 3d, da ciò che la troppa “vastità” potrebbe generare in maniera virale e potenzialmente anche distruttiva. Riducendo la misura, come ad esempio attraverso il processo omeopatico, è possibile “ragionare” in termini di Analogia Frattale, certi che l’informazione non si perde ma è fedelmente riportata e “miniata” nella caratteristica d’onda del segnale ridotto o filtrato.




Ricordi? Nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma.



Persino questa legge deviata riporta in sé ancora la verità, a cui poco sopra si alludeva.



Ogni espressione umana si confà alla legge dei frattali.






Dove per "frattale" deve intendersi quel processo centrale di riuscita nel travalicare il loro concetto di superficie, relativo alla “forma”, che Mandelbrot, ad esempio, ha contribuito opportunamente a far emergere (scoperta del frattale del frattale).



“Il lavoro è un diritto in tutto il Mondo” è una vera e propria “minaccia” velata d’altra apparenza. Il lavoro è sinonimo di “dipendenza” e sfido chiunque a dimostrare il contrario, visto che “chi lavora è un dipendente” e visto che “chi lavora ha almeno un padrone”.


Capisci? È nell’abitudine la ripetizione del segnale che tiene ancorati a terra. Il recitare per consuetudine taluni “mantra”, che non sono più percepiti come la fonte di reiterazione dell’artificio o incantesimo. Se ci fosse una fattucchiera che te lo spiattellasse in faccia, ci crederesti, vero? Ma in questa maniera “autodafè”, no; non può essere vero, perché ci sei solo tu a recitare la formula magica travestita da usualità.



Una strategia all’altezza dei cosiddetti Tempi moderni: assolutamente devianti e perfetti nella propria assunzione di verità. Una simile “accettazione” senza Presenza, equivale alla propria svendita e rassegnazione.






Con “ali tarpate” non si vola…



Allo stesso modo del Filtro di Semplificazione, presente in SPS, esistono molti altri filtri. Dispositivi “variopinti”, eterei, invisibili e visibili, ad ogni livello, dimensione e dettaglio… che, opportunamente,modulano e demodulano l’onda massima, sino a renderla simile ad altro, al tuo livello di auto esistenza nelle 3d. Meccanismi veri e propri che, nella società attuale, sono tutto quello che conosci. Tutto. Non solo Haarp o compagnia bella.



Tutto (è una "firma")!



Perché ti trovi in una polarizzazione (Anti)Sistemica del programma delle 3d (scenario).





Il programma fissa un dettaglio, secondo funzione intermedia (Nucleo Primo) e rappresenta la “dima” che ti accompagna per tutta l’esistenza, ogni qual volta ti trovi a “scegliere”;





ogni tua scelta (dubbio) implica la relativa fissazione istantanea di una coppia di limiti, con la persona al centro. Se questa posizione centrale, rispetto alle polarità, non coincide con la centralità derivante dalla Presenza (essere), allora si vivrà l’apparenza di essere quello che “si è”.





Di conseguenza, l’azione derivante (manifestazione) sarà decentrata rispetto al piano dell’intenzione, ma seguirà quello della volontà (inconscio), che è ormai stato invaso e conquistato dal potere dilagante del Nucleo Primo (controllo).






In questa maniera (conoscenza) il Controllo assume la sua funzione (è) a pieno, senza la necessità di rendersi visibile nelle 3d.





Il frattale è la tecnologia wireless che, ormai, domina le grandi aree metropolitane ed il Mondo intero, visto che i satelliti dominano la scena senza essere visti ad occhio nudo.





Se vuoi l'integrazione, devi sapere chi vuoi integrare. Lo specchio rimanda l'immagine, ma l'immagine non modifica lo specchio. Tu non sei né lo specchio, né l'immagine nello specchio. Puoi lucidarlo per renderlo trasparente, e poi ti ci guardi dentro.






L'immagine che ti rimanderà, non sei tu; tu sei l'osservatore dell'immagine.






Capisci bene: qualunque cosa tu percepisca, non sei quello.






Poiché puoi vedere sia l'immagine che lo specchio, non sei nessuno dei due. Chi sei? Non pensare per formule. La risposta non è nelle parole.






L'enunciazione più adatta è:


"io sono ciò che rende possibile la percezione", la vita stessa, oltre lo sperimentatore e la sua esperienza. Ed ora, distanziati sia dallo specchio che dall'immagine, e resta solo, fermo…




"Io sono Quello" - Nisargadatta Maharaj



Ogni individuo è un Creatore.






Nelle 3d, il "frammento" di quello che “è”. Ciò che la dispersione Animica (caduta) ha replicato frattalmente, tramite l’instillazione della propria parte nel complesso ibrido umano, creatosi nelle 3d nelle modalità più svariate (Naturali e artificiali).



Non c’è nulla da capire. È un processo che avviene… che si auto realizza da sé, quando il momento è più opportuno.





Un qualcosa che è al di là di ogni filtro e di ogni "riduzione".






Qualcosa che, ora, puoi solo “assaggiare” quando, ad esempio, le più alte volute (ottave) della sfera musicale, riescono ad evocare interiormente “ciò che attende oltre l’orizzonte”…



Le 3d costituiscono uno supporto alla necessità di esperienziare se stessi attraverso qualcosa di “denso” e di “sempre fedele”.



Un modo per non “perdere mai veramente la strada… verso Casa”.











Oggi, sono “corto, conciso e preciso”.



Riparto da me stesso.






Dipende da me.






Davide Nebuloni


SacroProfanoSacro 2013/Prospettivavita@gmail.com

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