Lo studio delle capacità psichiche per scopi militari iniziò con la nascita dell'Unione Sovietica negli anni venti: chiaroveggenza, telepatia e altre capacità che fino ad allora erano state considerate di dominio della stregoneria iniziarono ad essere studiate in modo scientifico.
Stalin bloccò gli studi bollandoli come superstizione, ma tali studi ripresero immediatamente alla morte del dittatore. Miliardi di rubli venivano spesi per lo studio dell'energia psichica e per lo sviluppo di apparecchi elettronici per il controllo mentale delle masse.
Qual era l'obiettivo? Sviluppare spie psichiche capaci di vedere a distanza le installazioni nemiche, così come leggere i pensieri dei nemici, intervenire alterando i processi di pensiero e anche uccidere attraverso attacchi psichici.
Gli americani, fra il 1969 e il 1970, scoprirono che l'URSS stava sviluppando il settore.
Nel 1970 venne pubblicato il libro Psychic Discoveries Behind the Iron Curtain (Sheila Ostrander e Lynn Schroeder) ovvero "Scoperte psichiche dietro la cortina di ferro".
Secondo Ingo Swann, padre del remote viewing americano, i russi nel 1970 stavano investendo negli studi 60 milioni di rubli all'anno, mentre nel 1975 erano già arrivati a oltre 300 milioni di rubli.
Pertanto gli americani si misero immediatamente all'opera nella base di Fort Meade nel Maryland.
Nel 1980 il colonnello John Alexander scrisse un articolo intitolato "The New Mental Battlefield" (il nuovo campo di battaglia mentale) in cui si presentavano le tecnologie psichiche come una realtà già affermata.
Nel 1983 venne pubblicato il libro "Psychic Warfare: Threat or Illusion?" di Martin Ebon.
Nel 1996 il maggiore David Morehouse, uno dei top viewers americani pubblicò "Psychic Warrior: Inside the CIA’s Stargate Program"
Ma questa tecnologia, che ha fatto balzi incredibili negli anni, non è solo appannaggio di russi e americani. Cinesi, giapponesi, inglesi, israeliani e molti altri hanno sviluppato le loro spie psichiche.
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