L’anima nelle società tradizionali
Gli uomini che agli albori della civiltà si sono affacciati per la prima volta al mondo soprannaturale o “realtà non ordinaria”, come l’ ha definita l’antropologo e sciamano Carlos Castaneda, probabilmente non si erano posti la domanda che cosa fosse l’anima.
Ma nelle loro prime esplorazioni nei mondi dell’invisibile hanno incontrato persone, animali o piante, già note nella vita reale, sotto diversi aspetti e poi trasformarsi in altre forme, come avviene spesso anche nello stato del sogno.
Questa altra forma, che risiede nel mondo misterioso dell’invisibile, ha assunto nella nostra civiltà il concetto di anima.
Gli sciamani, in uno stato alterato di coscienza, riescono a “vedere” gli esseri viventi nella loro essenza più pura, senza i vincoli che ci vengono dati dalle percezioni fisiche e soprattutto dalle categorie e modelli mentali che si formano nella realtà in cui viviamo.
Attraverso questa nuova visione del soggetto o, in altre parole, attraverso la percezione dell’anima della persona, sono in grado di operare per riportare armonia e benessere. Gli sciamani hanno sempre esplorato queste nuove dimensioni a fini pratici, per portare la guarigione alla persona sofferente, per dare risposte sagge e consigli a chi ne aveva bisogno, oppure per ricevere conoscenze utili per la sopravvivenza del gruppo.
Queste pratiche sono sopravvissute nelle società tradizionali fino ai giorni nostri, grazie alla loro efficacia ed ai risultati che si ottengono. La psicologa e sciamana americana Sandra Ingerman, ha sviluppato un approccio basato su queste esperienze per curare le persone che vivono nella nostra società occidentale.
Ha chiamato questo approccio “recupero dell’anima”, una terminologia già usata nelle popolazioni che praticano lo sciamanesimo come metodo di cura e di conoscenza.
Come si forma la malattia
La nostra anima o “pura essenza”, nel corso della vita può subire episodi, eventi o vivere situazioni che portano ad uno stato di disarmonia che a sua volta può causare malattie. La perdita parziale dell’anima è il risultato di questi traumi.
Durante i viaggi sciamanici, cioè sessioni in cui, attraverso uno stato alterato di coscienza ottenuto con il suono ripetuto del tamburo, si è visto che l’anima può essere frammentata, ad ogni frammento corrisponde ad un evento traumatico, vissuto in maniera consapevole o meno.
Questi frammenti, lasciati nell’episodio, con la loro mancanza causano all’anima non più integra una perdita di potere o carica energetica.