domenica 6 ottobre 2013

La NASA ha scoperto portali spaziali vicino alla Terra

Un ricercatore della NASA ha scoperto dei punti nello spazio dove si creano dei portali magnetici, da cui passano particelle che influenzano l'atmosfera terrestre. Forse saranno la base di una nuova tecnologia.

Jack Scudder, ricercatore dell'Università dell'Iowa finanziato dalla NASA, ritiene di aver scoperto dei portali spaziali, nella forma di "giunzioni" tra il campo magnetico della Terra e quello del Sole. Li ha chiamati "punti X" o "regioni a diffusione di elettroni".

"Sono luoghi dove il campo magnetico della Terra si collega a quello del Sole e dove si crea un passaggio senza interruzioni che porta dal nostro pianeta all'atmosfera del Sole, a 150 milioni di chilometri"
Le osservazioni fanno pensare che questi portali magnetici si aprano e si chiudano diverse volte al giorno, e che si trovino a qualche decina di migliaia di chilometri dalla Terra, dove il nostro campo magnetico incrocia i venti solari.
Sta a vedere che è una semplice calamita

Secondo la teoria di Scudder questi portali trasportano particelle energetiche che riscaldano la nostra atmosfera, generano tempeste magnetiche e causano le aurore boreali. La NASA sta già pianificando una missione (MMS, Magnetospheric Multiscale Mission ) per studiare il fenomeno, il cui lancio è previsto per il 2014.

I punti X si trovano quindi all'incrocio tra le forze magnetiche della Terra e quelle del Sole. "L'improvvisa unione di campi magnetici può spingere particelle cariche dal punto X, e creare una regione di diffusione di elettroni", spiega infatti Scudder.

La scoperta di questi portali è una novità entusiasmante, persino nel giorno in cui i fisici del CERN annunciano l'individuazione del bosone di Higgs. Non è da escludere infatti che comprendere le meccaniche dietro a questo fenomeno possa in effetti porre le basi per una nuova epoca di esplorazioni spaziali.

E naturalmente non si può evitare di pensare al ruolo dei portali dimensionali nella fantascienza: dalle meraviglie TARDIS alle esplorazioni tramite gli Stargate, la scoperta di Jack Scudder è perfetta per stimolare la fantasia di tutti noi, anche se in effetti non dimostra né ipotizza l'esistenza di portali dimensionali. 
Noi però continuiamo a sperare che esistano, e voi?
FONTE

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Ecco perché la NASA crede nel motore a curvatura

di Valerio Porcu, 28 novembre, 2012
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Il ricercatore della NASA che ha ipotizzato la fattibilità del motore a curvatura ha spiegato il perché delle sue convinzioni, che hanno persuaso anche l'Ente Nazionale per le attività Spaziali e Aeronautiche statunitense a continuare con la sperimentazione.

La velocità curvatura potrebbe davvero essere possibile. L'ipotesi era emersa lo scorso settembre, formulata dal professor Harold White della NASA, e nei giorni scorsi il ricercatore è tornato sul tema per rispondere ad alcune obiezioni emerse anche nei commenti al nostro articolo sull'argomento.

White è partito dall'equazione formulata nel 1994 da Miguel Alcubierre nell'articolo intitolato "The Warp Drive: Hyper-Fast Travel Within General Relativity", che ipotizzava appunto l'idea di "piegare lo spazio-tempo" per rendere possibile il superamento della velocità della luce.
Costruire un astronave non è difficile ...

In teoria si potrebbe arrivare ad Alpha Centaury in sole due settimane, nonostante il sistema si trovi a 4,3 anni luce di distanza, perché "nulla supera la velocità della luce localmente, ma lo spazio si può contrarre ed espandere a qualsiasi velocità", haspiegato White a io9.com. E però ha ricordato anche che "creare l'effetto di espansione e contrazione necessario per raggiungere altre stelle in tempi ragionevoli richiederebbe moltissima energia".

La quantità di energia necessaria è appunto l'obiezione sollevata da molti lo scorso settembre. "[…] cominciamo anche a pensare agli aspetti sgradevoli della teoria, tipo quelli che dicono che per curvare lo spazio-tempo apprezzabilmente occorre concentrare talmente tanta energia da creare un campo gravitazionale che ci sbriciolerebbe all'istante",scriveva per esempio il nostro lettore snack nei commenti.

Gli studi sull'argomento confermano questa realtà: in teoria ci vorrebbe una quantità di energia comparabile a quella della massa di Giove. Per questo l'idea era stata liquidata come impraticabile, anche se teoricamente possibile.

"Tuttavia, basandosi sulle analisi che ho fatto negli ultimi 18 mesi, ci potrebbe essere speranza", ha affermato White. Si tratta di alterare la geometria del motore a curvatura. "I primi risultati mi facevano pensare di aver scoperto qualcosa che era nella matematica da sempre", spiega infatti lo scienziato. "Ho realizzato che se si aumenta lo spessore dell'anello di energia di vuoto negativa, e si fa oscillare la bolla di curvatura si può ridurre molto l'energia necessaria, e forse rendere plausibile l'idea".



... basta mettere insieme i pezzi giusti

In teoria quindi è possibile ridurre la quantità di materia esotica necessaria per creare un motore a curvatura, e alimentarlo con una massa grande più o meno quanto il Voyager 1 - circa 725 Kg. La teoria tuttavia va dimostrata in laboratorio, ed è su questo passaggio che ora White si sta concentrando. "Stiamo usando un interferometro Michelson-Morley modificato per misurare microscopiche perturbazioni nello spazio tempo", dice il ricercatore. L'idea è di modificare il motore di Alcubierre per creare perturbazioni nello spazio tempo nell'ordine di una parte su dieci milioni.

Si tratta quindi di dimostrare la teoria, perché "matematicamente, le equazioni di campo ci dicono che è possibile", ma realizzarlo in pratica è un altro paio di maniche. White non punta a lanciare un'astronave la settimana prossima, ma a dimostrare che la possibilità esiste. Cerca in altre parole il "momento Chicago", - riferimento all'attivazione del primo reattore nucleare, nel 1942.


"Questo aggiramento della relatività generale ci permetterebbe di muoverci molto velocemente tanto rispetto alla Terra quanto rispetto agli osservatori sulla nave, e di misurare i viaggi in settimane o mesi invece che in decadi o secoli", ha concluso Harold White. Per ora però abbiamo solo delle equazioni convincenti senza riscontro sperimentale. Poco per "crederci", ma più che sufficiente per farci pensare al capitano Picard, ad Arthur Dent, a Han Solo e ai tanti personaggi che ci hanno fatto sognare con i loro velocissimi viaggi interstellari.

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