Ed oggi che cosa create per voi?
Le vostre più grandi creazioni sono l’infelicità, l’ansia, la sventura, la miseria, l’odio, la discordia, il discredito di sé, la vecchiaia, la malattia e la morte.
Vi create una vita di limitazioni accettando idee limitate che poi diventano tenaci verità nel vostro essere e quindi realtà delle vostre vite- vi separate dalla vita,
giudicando tutte le cose, tutte le persone e persino voi stessi.
Vivete secondo i dettami della moda e della bellezza e vi circondate di cose che vi permettono di essere accettati dalla limitata consapevolezza degli uomini - che nulla accetta al di fuori dei propri irraggiungibili ideali.
Siete bambini nati solo per crescere fisicamente, per perdere la vitalità del corpo, per immaginarvi di diventare vecchi per poi diventarlo, ed infine morire.
Voi, i grandi dei creatori, che una volta eravate il vento della libertà, siete diventati animali da branco, esseri che si rinchiudono in grandi città e vivono nella paura, dietro porte sbarrate. Invece di altissime montagne e di meravigliosi venti, possedete grandi edifici cd una consapevolezza miserabile.
Avete creato una società che decreta come dovete pensare, cosa dovete credere, come dovete agire e che aspetto dovete avere ...
Temete la guerra già solo a sentirne parlare. Temete la malattia.
Temete di non venire apprezzati. Tremate al pensiero di guardare qualcuno negli occhi, e tuttavia siete affamati di quell’affetto chiamato amore. Mettete in dubbio ogni cosa buona che vi accade e dubitate che possa mai ripetersi. Nella piazza del mercato strisciate nella polvere per ottenere successo e fama, per guadagnare oro, rupie. dracme e dollari. E, ahimè, tutto per un po’ di gioia.
Voi stessi vi siete pensati nella disperazione. Voi stessi vi siete pensati nell’indegnità. Voi stessi vi siete pensati nel fallimento. Vi siete pensati nella malattia. Vi siete pensati nella morte. Tutte queste cose le avete create voi - Perché l’ardente creatore in voi, che ha il potere di prendere un pensiero e di creare universi, o di far brillare le stelle nel cielo per l’eternità, si è fatto prendere in trappola da fedi e dogmi, da mode e tradizioni - da pensieri limitati, pensieri limitati. La vostra incredulità non vi ha permesso di vivere!
A che cosa non credete? A tutto ciò che non potete percepire con i sensi del vostro corpo - a tutto ciò che non potete sentire, vedere, toccare. gustare o odorare. Ma mostratemi una fede!
Mettetemela in mano. Mostratemi un’emozione! Fatemela toccare!
Mostratemi un pensiero. Dov’è? Mostratemi i vostri atteggiamenti interiori.
Che aspetto hanno? Mostratemi un’immagine del vento. E mostratemi il ‘‘tempo”, che ha consumato i preziosi momenti della vostra vita. Non avete creduto ai più grandi doni della vita; e per questo non è potuta
nascere in voi una più illimitata comprensione. Vita dopo vita, esistenza dopo esistenza siete talmente sprofondati nelle illusioni di questo piano che avete dimenticato il fuoco meraviglioso che scorre in voi. Dieci milioni e mezzo di anni fa eravate esseri sovrani e onnipotenti, oggi siete totalmente perduti nella materia; schiavi delle vostre stesse creazioni, schiavi del dogma, della legge, della moda e della tradizione; divisi in nazioni, religioni, sessi e razze; affondati nella gelosia, nell’amarezza, nella colpa e nella paura.
Vi siete talmente identificati con il vostro corpo che siete caduti nella trappola della lotta per la sopravvivenza ed avete dimenticato l’invisibile essenza che in verità siete - il Dio in voi che vi permette di creare i sogni a vostro piacere. Avete apertamente rifiutato l’immortalità; e per questo morirete e ritornerete ancora, ancora ed ancora- ed ora siete qui, dopo dieci milioni e mezzo di anni già passati qui..
Eppure continuate a restare aggrappati alla vostra incredulità, Dio, la totalità del pensiero, è in realtà come un grande palcoscenico. Egli vi permette di scrivere il vostro copione e di recitare ogni ruolo. E quando è calato
l’ultimo sipario, è stata detta l’ultima parola, è stato fatto l’ultimo inchino, morire.
Per quale motivo? Perché voi, supremi legislatori, credete che debba succedere.
Questa vita è tutta un gioco; è un’illusione. Tutta! Eppure voi, gli attori, siete arrivati a credere che sia l’unica realtà. Ma l’unica realtà che sia mai esistita e che mai esisterà, è la Vita - la libera e perenne essenza dell’essere che vi permette di creare i vostri giochi in qualunque modo vogliate.
Se riconoscete di avere il potere di pensarvi nell’ignoranza, nella malattia e nella morte, riconoscete anche di avere il potere di diventare stupendi - semplicemente aprendovi a un flusso di pensiero più illimitato che vi permette maggior genialità, maggior creatività ed una vita eterna. Se riconoscete che il Dio che originariamente ha creato il corpo, è il potere che sta in voi allora il vostro corpo non invecchierà, né si ammalerà, né morirà mai.
Ma fin quando resterete aggrappati alle vostre convinzioni e limiterete i vostri pensieri, non farete mai
l’esperienza dell’illimitatezza che sì esprime nello splendore del sole del mattino e nel mistero del cielo della sera.
altrarealta.blogspot.fr
Le vostre più grandi creazioni sono l’infelicità, l’ansia, la sventura, la miseria, l’odio, la discordia, il discredito di sé, la vecchiaia, la malattia e la morte.
Vi create una vita di limitazioni accettando idee limitate che poi diventano tenaci verità nel vostro essere e quindi realtà delle vostre vite- vi separate dalla vita,
giudicando tutte le cose, tutte le persone e persino voi stessi.
Vivete secondo i dettami della moda e della bellezza e vi circondate di cose che vi permettono di essere accettati dalla limitata consapevolezza degli uomini - che nulla accetta al di fuori dei propri irraggiungibili ideali.
Siete bambini nati solo per crescere fisicamente, per perdere la vitalità del corpo, per immaginarvi di diventare vecchi per poi diventarlo, ed infine morire.
Voi, i grandi dei creatori, che una volta eravate il vento della libertà, siete diventati animali da branco, esseri che si rinchiudono in grandi città e vivono nella paura, dietro porte sbarrate. Invece di altissime montagne e di meravigliosi venti, possedete grandi edifici cd una consapevolezza miserabile.
Avete creato una società che decreta come dovete pensare, cosa dovete credere, come dovete agire e che aspetto dovete avere ...
Temete la guerra già solo a sentirne parlare. Temete la malattia.
Temete di non venire apprezzati. Tremate al pensiero di guardare qualcuno negli occhi, e tuttavia siete affamati di quell’affetto chiamato amore. Mettete in dubbio ogni cosa buona che vi accade e dubitate che possa mai ripetersi. Nella piazza del mercato strisciate nella polvere per ottenere successo e fama, per guadagnare oro, rupie. dracme e dollari. E, ahimè, tutto per un po’ di gioia.
Voi stessi vi siete pensati nella disperazione. Voi stessi vi siete pensati nell’indegnità. Voi stessi vi siete pensati nel fallimento. Vi siete pensati nella malattia. Vi siete pensati nella morte. Tutte queste cose le avete create voi - Perché l’ardente creatore in voi, che ha il potere di prendere un pensiero e di creare universi, o di far brillare le stelle nel cielo per l’eternità, si è fatto prendere in trappola da fedi e dogmi, da mode e tradizioni - da pensieri limitati, pensieri limitati. La vostra incredulità non vi ha permesso di vivere!
A che cosa non credete? A tutto ciò che non potete percepire con i sensi del vostro corpo - a tutto ciò che non potete sentire, vedere, toccare. gustare o odorare. Ma mostratemi una fede!
Mettetemela in mano. Mostratemi un’emozione! Fatemela toccare!
Mostratemi un pensiero. Dov’è? Mostratemi i vostri atteggiamenti interiori.
Che aspetto hanno? Mostratemi un’immagine del vento. E mostratemi il ‘‘tempo”, che ha consumato i preziosi momenti della vostra vita. Non avete creduto ai più grandi doni della vita; e per questo non è potuta
nascere in voi una più illimitata comprensione. Vita dopo vita, esistenza dopo esistenza siete talmente sprofondati nelle illusioni di questo piano che avete dimenticato il fuoco meraviglioso che scorre in voi. Dieci milioni e mezzo di anni fa eravate esseri sovrani e onnipotenti, oggi siete totalmente perduti nella materia; schiavi delle vostre stesse creazioni, schiavi del dogma, della legge, della moda e della tradizione; divisi in nazioni, religioni, sessi e razze; affondati nella gelosia, nell’amarezza, nella colpa e nella paura.
Vi siete talmente identificati con il vostro corpo che siete caduti nella trappola della lotta per la sopravvivenza ed avete dimenticato l’invisibile essenza che in verità siete - il Dio in voi che vi permette di creare i sogni a vostro piacere. Avete apertamente rifiutato l’immortalità; e per questo morirete e ritornerete ancora, ancora ed ancora- ed ora siete qui, dopo dieci milioni e mezzo di anni già passati qui..
Eppure continuate a restare aggrappati alla vostra incredulità, Dio, la totalità del pensiero, è in realtà come un grande palcoscenico. Egli vi permette di scrivere il vostro copione e di recitare ogni ruolo. E quando è calato
l’ultimo sipario, è stata detta l’ultima parola, è stato fatto l’ultimo inchino, morire.
Per quale motivo? Perché voi, supremi legislatori, credete che debba succedere.
Questa vita è tutta un gioco; è un’illusione. Tutta! Eppure voi, gli attori, siete arrivati a credere che sia l’unica realtà. Ma l’unica realtà che sia mai esistita e che mai esisterà, è la Vita - la libera e perenne essenza dell’essere che vi permette di creare i vostri giochi in qualunque modo vogliate.
Se riconoscete di avere il potere di pensarvi nell’ignoranza, nella malattia e nella morte, riconoscete anche di avere il potere di diventare stupendi - semplicemente aprendovi a un flusso di pensiero più illimitato che vi permette maggior genialità, maggior creatività ed una vita eterna. Se riconoscete che il Dio che originariamente ha creato il corpo, è il potere che sta in voi allora il vostro corpo non invecchierà, né si ammalerà, né morirà mai.
Ma fin quando resterete aggrappati alle vostre convinzioni e limiterete i vostri pensieri, non farete mai
l’esperienza dell’illimitatezza che sì esprime nello splendore del sole del mattino e nel mistero del cielo della sera.
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